Caduta dei capelli. Quali test ed esami eseguire.
Nella routine e nello stress della vita quotidiana uno dei problemi più antipatici e difficili da gestire a cui possiamo andare incontro è la caduta dei capelli.
I motivi per cui i nostri capelli iniziano a diradarsi e a cadere sono molteplici e non sempre è facile ricondurre il nostro problema alla causa specifica che lo ha scatenato. Di conseguenza il nostro stress e il nostro disagio aumentano e possono compromettere la qualità delle nostre normali giornate, possiamo sentirci non all’altezza di affrontare i nostri impegni e nei casi più gravi andare incontro a forme di depressione che ci impediscono addirittura di uscire di casa.
La prima cosa da fare nel caso in cui si inizino a perdere i capelli è consultare un bravo dermatologo tricologo, che ci dirà esattamente come muovere i prossimi passi. No quindi a tutti i rimedi fai da te e ai consigli di persone poco esperte e impreparate, che possono solamente peggiorare la situazione e rendere ancora più difficile e più costosa la nostra guarigione, sia in termini di tempo sia dal punto di vista economico.
Caduta dei capelli: la visita tricologica
Nel momento in cui la caduta dei capelli si fa più intensa e preoccupante, rivolgersi ad un ambulatorio medico e consultare un esperto in tricologia è la prima cosa saggia da fare. Sarà lo specialista, dopo un attento esame del nostro caso, a indirizzarci sugli esami più indicati per risolvere la situazione e farci tornare a sorridere.
La visita tricologica consiste nell’osservazione con microcamera del cuoio capelluto, attraverso la quale è già possibile evidenziare o escludere alcune cause della caduta o del diradamento, come ad esempio infezioni, cicatrici, alterazioni dei vasi sanguigni o formazioni neoplastiche superficiali, e diagnosticare alcune comuni malattie dermatologiche come la psoriasi o la dermatite seborroica.
Nel caso dalla visita tricologica non emerga nulla di riconducibile alla caduta dei capelli, lo specialista dermatologo prescriverà altri esami finalizzati a monitorare tutte le possibili cause del problema.
Gli esami da effettuare
Tricogramma
Uno degli esami più frequenti e uno dei primi che vengono prescritti è il tricogramma: consiste nel prelievo di un campione di capelli da diverse zone del cuoio capelluto, che vengono successivamente analizzati al microscopio al fine di individuare eventuali anomalie. Per svolgere questo esame è necessario non lavare i capelli nei giorni precedenti allo svolgimento, in modo da non alterarne i risultati. Grazie al tricogramma sarà possibile determinare in modo statistico quanti sono i capelli in fase nascente e quanti in fase morente e sarà possibile evidenziare possibili problemi radicolari e variazioni del diametro dei capelli che possono essere causa della perdita e sintomo di una calvizie avanzante.
Al tricogramma si può accompagnare il cosiddetto fototricogramma, che consiste in un monitoraggio tramite fotografie scattate ad aree di capelli preventivamente rasate, a circa 2 mm di lunghezza, e ripetute con il passare dei giorni in modo da analizzare la loro ricrescita.
Mineralogramma
Può accadere che la causa della caduta dei capelli sia attribuibile a una troppo elevata concentrazione di minerali pesanti nel cuoio capelluto. Per determinare i livelli di queste sostanze si utilizza il mineralogramma, che consiste in un prelievo di circa 1 grammo di capelli tagliati alla base della nuca e che vengono poi sottoposti a un esame della composizione minerale. Così si riescono ad individuare concentrazioni elevate di minerali tossici quali piombo, alluminio o mercurio che possono essere causa della caduta e di conseguenza si può fornire al paziente una cura adeguata, ad esempio tramite una dieta più equilibrata.
Wash Test
Il Wash Test è un altro esame di grande importanza, consiste nella conta dei capelli caduti in seguito a un lavaggio e raccolti tramite una speciale garza. Questo test può essere eseguito combinatamente al test del conteggio giornaliero, generalmente presso l’ambulatorio medico o eventualmente in autonomia dal paziente (che in questo caso conta quanti capelli giornalmente si trovano su cuscini, divani e vestiti per un periodo di almeno due settimane consecutive).
In questo modo, combinando i dati quantitativi dei conteggi con quelli ottenuti dal tricogramma, si può determinare se i capelli caduti sono afflitti da patologie quali alopecia o telogen effluvium e contrastare di conseguenza la caduta in modo più mirato.
Analisi microscopica, biopsia e sebometria
Il dermatologo può ritenere opportuno far analizzare i capelli al microscopio, tagliando il capello per osservare il fusto e il suo stato di salute, oppure effettuare una biopsia prelevando dal paziente un piccolo campione di capelli con l’utilizzo di uno speciale bisturi. In questo modo si può effettuare sul campione un esame istologico preciso che può aiutare il medico nella diagnosi. Più raramente può essere effettuata anche una sebometria per quantificare la secrezione sebacea del cuoio capelluto, che in caso di livelli molto superiori alla norma può determinare uno stato di salute del cuoio alterato, causa a sua volta di una rilevante caduta dei capelli.
Esami di laboratorio
Nel caso in cui gli altri esami non abbiano chiarito le cause della caduta dei capelli, il dermatologo potrà procedere prescrivendo alcuni esami di laboratorio, come ad esempio analisi del sangue e delle urine, utili ad indagare altre possibili cause non strettamente collegate al cuoio capelluto. Può essere infatti che vi siano scompensi ormonali all’interno dell’organismo, oppure infezioni o malattie ematologiche che vanno a riversarsi sui capelli provocandone la caduta.
È possibile quindi che il paziente venga indirizzato presso altro specialista, come ad esempio un endocrinologo o un immunologo, in modo da combinare altri esami e cercare di arrivare al nocciolo del problema da più strade diverse.