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La calvizie comune: tutto quello che c’è da sapere.

 

 

 

È conosciuta come “calvizie comune”, ma spesso la si indica anche con l’espressione “calvizie maschile”. Si tratta di una perdita progressiva di capelli che avviene tipicamente nell’uomo e che provoca diradamento e assenza di capelli in zone sempre più estese, principalmente dalla linea frontale sino al vertice del capo.

Chiamata in modo più corretto “alopecia androgenetica”, questo tipo di problematica è una vera e propria patologia che, pur non causando danni sulla salute generale della persona, può portare ad una serie di effetti negativi sulla capigliatura e spesso può avere ripercussioni anche sulla propria autostima.

 

La calvizie comune: cause ed effetti

Si sente spesso parlare di “calvizie”, ma sono poche le persone che conoscono i diversi dettagli riguardanti l’argomento. Sapere questi ultimi è di fondamentale importanza, se si desidera combattere il problema ed eliminarlo. Prima di tutto, è bene sottolineare che se si soffre di calvizie, la maggior parte delle volte non si ha alcun problema di salute. È quindi sbagliato, in questo caso, associare la mancanza di capelli, a qualche disturbo serio dell’organismo.

La calvizie comune


Il primo fattore negativo che la comparsa di calvizie è in grado di causare è quello collegato all’estetica. Ormai infatti una chioma ricca e folta è sinonimo di bellezza, e quando si verifica la situazione contraria, si tende a considerare se stessi come “difettosi”, e la propria autostima potrebbe addirittura diminuire.

Per quanto riguarda le ragioni che possono far sviluppare questo fastidioso meccanismo, la prima consiste in un aumento della sensibilità follicolare. Ciò significa che i follicoli presenti sul cuoio capelluto reagiscono in modo più forte ad un ormone particolare, indicato con la sigla DHT, che sta per “diidrotestosterone”. Quando interviene il fattore ereditario, cioè se si hanno parenti che hanno sofferto di caduta dei capelli con le stesse caratteristiche, ciò si può ripercuotere anche sul proprio cuoio capelluto. In questo modo, proprio per colpa dei geni, il DHT si attiva e blocca le funzioni del follicolo pilifero. L’effetto più immediato di tale azione è che il capello diventa sempre più sottile, fino a quando si crea diradamento. Anche in questo caso esistono convinzioni comuni sbagliate, come quella che spinge a ritenere che non c’è soluzione a tutto ciò, ma non è così.

Ulteriori cause che possono determinare l’inizio e l’accentuarsi di questa patologia riguardano lo stile di vita ed anche un’alimentazione carente o scorretta. Dormire poco, vivere in modo stressante, apportare poche vitamine o componenti nutritive fondamentali all’organismo, possono determinare l’alopecia androgenetica. Questo però non è tutto.

 

I numeri

Il professor Whiting dell’Università di Dallas ha ideato una formula matematica per calcolare il numero di persone che nei vari Paesi vedono i loro capelli cadere sempre più spesso e con maggiore intensità, indipendentemente dalle cause. Ciò, secondo lo studioso, si verifica in Europa mediamente per il 50% degli uomini, fisiologicamente a partire dai 50 anni di età, mentre per le donne tutto ciò accade a partire dai 40 anni. Prima di allarmarsi però è bene ricordare che in genere ogni chioma possiede in media tra gli 80000 e i 120000 capelli e il loro numero, il loro aumento o la loro perdita possono variare a seconda di numerosi fattori; non è detto quindi che la caduta dei capelli sia riconducibile sempre a questa forma di calvizie. In più, se anche così fosse, sono presenti diverse soluzioni per contrastare efficacemente il problema.